L’impresa marcia col sole Energie rinnovabili in crescita anche dopo lo stop incentivi grazie a famiglie e aziende

Il futuro dell’energia è rinnovabile. E guarda, soprattutto, verso il sole. Una tendenza accelerata dall’accresciuta attenzione per i cambiamenti climatici ma anche dalla ricerca di nuovi modelli di business non basati sul carbone, per la mobilità e non solo. I dati sono significativi. Secondo il Rapporto Annuale Irex 2019, la richiesta di imprese (grandi e piccole) e famiglie sta crescendo.

 

L’analisi delle prime 100 aziende italiane per fatturato, infatti, mostra che il 23% usa solo energia rinnovabile e il 35% copre con queste più della metà dei propri consumi. L’anno scorso, sono stati investiti in Italia oltre 11 miliardi di euro per 10,8 gigawatt di potenza, un dato in calo sul 2017 (che aveva segnato un record), ma ben al di sopra della media. Oltre 2,7 miliardi di questi investimenti sono stati sviluppati all’estero.

 

«STA NASCENDO una nuova visione delle rinnovabili – commenta Alessandro Marangoni, ceo di Althesys che ha realizzato il rapporto Irex – dalla logica ‘push’, di spinta, degli incentivi a una ‘pull’, dove la domanda dei consumatori, grandi e piccoli, trainerà lo sviluppo delle rinnovabili

 

Il governo, nel Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima (Pniec) mandato a Bruxelles a inizio anno, ha fissato l’obiettivo delle rinnovabili al 30% al 2030: se è vero che stare sotto al 32% fissato a livello comunitario ha attirato le critiche degli ambientalisti, è altrettanto vero che significherebbe tagliare di un terzo (da 219 a 153 Terawatt) il consumo di elettricità da fonti fossili o estere, triplicare la produzione da solare (da 24 a 72 Terawatt) e raddoppiare quella di eolico e idrico.

 

Una sfida per il sistema Italia e per le imprese che si occupano di energia rinnovabile. «Nel 2018 abbiamo avuto un boom di installazioni di impianti green – spiega Alberto Pinori, presidente dell’Anie Rinnovabili, federazione interna a Confindustria che raggruppa le imprese del settore –. Da cinque anni, dopo il ‘trauma’ della fine degli incentivi diretti, la crescita è continua». In particolare, sono stati installati 33 megawatt di fotovoltaico (+5% sull’anno precedente) ed è aumentato (+9%) anche il numero di unità di produzione connesse.

 

Concentrandosi sull’energia solare, bisogna considerare due ambiti: imprese e famiglie. «Il driver più importante è l’autoconsumo – considera Pinori –. L’energia per le piccole e medie imprese in Italia costa tanto, dunque la possibilità di produrla in proprio, magari mettendo i pannelli sulle coperture dello stabilimento, porta a risparmi interessanti. Inoltre, il fatto di essere attenti all’aspetto ambientale è una filosofia aziendale che si sta diffondendo». Etica e risparmio sono anche le molle che spingono le famiglie a scegliere il fotovoltaico: gli impianti di tipo residenziale (fino a 20 kilowatt) costituiscono infatti il 61% della nuova potenza installata nel 2018.

 

Che tipo di incentivi ha, oggi, il solare? «Se parliamo di incentivi diretti (in vigore fino al 2013) – spiega Pinori –, ovvero un pagamento diretto per i kilowattora in eccesso prodotti dall’impianto installato, oggi non c’è più nulla. Restano però le detrazioni fiscali, che potremmo definire ’incentivazione indiretta’: per le famiglie valgono quelle per i lavori di ristrutturazione, ovvero si può detrarre il 50% in 10 anni». Una possibilità comunque interessante: ogni anno vengono installati in Italia circa 45mila impianti da 3 a 6 kilowatt. «Culturalmente, dunque, lo scatto c’è stato», osserva il numero uno di Anie Rinnovabili. Per le imprese «c’è il superammortamento che, dopo un ‘balletto’ piuttosto lungo, dovrebbe ritornare nel decreto crescita: e qui siamo all’agevolazione del 130% sul bene strumentale acquistato dall’azienda».

 

E dove si installano oggi i pannelli fotovoltaici? Anche qui, il cambiamento dagli anni degli incentivi a pioggia, è stato radicale. «In passato, in alcune regioni, c’è stata una speculazione spaventosa – osserva Pinori –. È vero che la maggior parte dei campi utilizzati erano a grano, però l’impatto sul paesaggio era innegabile e molte Regioni sono corse ai ripari, mettendo paletti». Il risultato, quindi è: sempre meno ‘campi solari’ negli spazi aperti, sempre più pannelli sui tetti di case e aziende o tettoie nei parcheggi.

 

Ma il business c'è. A livello di installazioni da realizzare, stando agli obiettivi al 2030, ci aspettano 30 gigawatt di fotovoltaico e 10 gigawatt di eolico in poco più di 10 anni. In un momento in cui si parla ossessivamente di crescita, il contributo del solare potrebbe non essere trascurabile. «È vero che i pannelli per le aziende europee vengono, di fatto, realizzati tutti in Asia – chiude Pinori –, ma gli inverter, i cavi, le strutture sono costruiti nel continente. Anche i sistemi di accumulo, dunque, possono rivelarsi un driver importante. E poi c’è tutto il mondo degli installatori, spesso piccole imprese che possono beneficiare della crescita del settore. Quindi, sì, una mano alla crescita la possiamo dare». 

  DIVENTA BUSINESS PARTNER FINANZA ENERGIA
Diventa Business Partner
Finanzaenergia

Perchè diventare
Business Partner
Finanzaenergia

  • Per partecipare allo sviluppo certo del nuovo mercato della finanza energetica
  • Per aumentare il fatturato
  • Per aumentare i clienti profittevoli
  • Per migliorare l'ambiente
  • Per migliorare la qualità della vita e del lavoro
  • Per ridurre il costo del lavoro