PARTE IL PROGETTO EUROPEO eNEURON PER LE ‘COMUNITÀ ENERGETICHE’!

Le misure di efficienza energetica hanno dato buoni risultati negli ultimi anni, ma possono contribuire ancora di più a de-carbonizzare l’economia globale.
Secondo la IEA (International Energy Agency), infatti, il potenziale da sfruttare in questo campo resta molto ampio, contando le tecnologie già disponibili sul mercato.
Così, dopo aver pubblicato i dati sull’andamento delle fonti rinnovabili nel mondo e sottolineato il ruolo decisivo delle bioenergie moderne – quelle che escludono l’utilizzo tradizionale della legna – la IEA approfondisce l’evoluzione delle politiche che consentono di risparmiare energia nei diversi settori, tra cui soprattutto l’edilizia, l’industria e i trasporti.
Senza gli interventi di efficienza realizzati dal 2000 a oggi nelle principali economie, evidenzia l’agenzia basata a Parigi, i consumi finali di energia sarebbero cresciuti del 65% in 18 anni, mentre sono aumentati di circa un terzo.
Tuttavia, prosegue il rapporto Energy Efficiency 2018, i traguardi ottenuti finora sono ancora insufficienti. L’obiettivo proposto dalla IEA si riassume nello scenario EWS, Efficient World Scenario, che in sintesi prevede di raddoppiare il Pil mondiale al 2040 riducendo moltissimo l’intensità energetica (la quantità di energia utilizzata per produrre ogni unità di Pil).
In sostanza, nonostante il raddoppio dell’output economico complessivo, la domanda totale di energia primaria rimarrebbe abbastanza piatta nei prossimi anni, segnando un modesto +7% al 2040 in confronto ai livelli odierni, grazie appunto alla massima diffusione possibile delle misure di efficienza.
Per quanto riguarda, infine, le emissioni di CO2 legate agli usi energetici, vi è una riduzione di gas-serra conseguita dal 2000 al 2017 grazie all’efficienza.
Invece, secondo lo scenario EWS, le emissioni di anidride carbonica raggiungerebbero il picco, per poi declinare, prima del 2020, segnando una diminuzione del 12% nel 2040 rispetto ai livelli del 2017.
Di conseguenza, ha osservato il numero uno della IEA, Fatih Birol, “il nostro studio mostra che le giuste politiche di efficienza, da sole, potrebbero portare il mondo a ottenere oltre il 40% del taglio complessivo di emissioni richiesto per centrare gli obiettivi climatici di Parigi 2015”.
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