Ecobonus e biomasse: “detrazione 65% solo a caldaie a basse emissioni”

L’ecobonus, cioè la detrazione fiscale del 65%, potrebbe presto spettare alle sole caldaie a biomasse che rispondano ad alti criteri di efficienza ed emissioni, come quelli individuati dal Conto Termico 2.0.

 

La norma è sul tavolo dei dicasteri che a vario titolo sono al lavoro sul tema qualità dell’aria, che ieri si sono riuniti per fare un punto della situazione sulle misure messe in campo di contrasto allo smog.

 

Assieme al ministro Galletti e ai direttori generali competenti del Minambiente, all'incontro, erano presenti il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonio Gentile, il capo dipartimento del ministero delle Politiche Agricole Giuseppe Blasi.

 

L’obiettivo dei ministeri, spiega una nota, “è accelerare il percorso di attuazione della direttiva europea Nec, che prevede la definizione di un programma di misure nazionali per la qualità dell’aria, e allo stesso tempo arrivare alla chiusura dei tavoli tecnici istituiti per nuove misure di contrasto allo smog nell’area del Bacino Padano.”

 

Tra le azioni allo studio nel corso del confronto al ministero, appunto “l’assegnazione dell’ecobonus al 65% alle sole caldaie a biomasse che rispondano ad alti criteri di efficienza, come individuati dal Conto Termico 2.0.”

 

Come annunciato a gennaio in un question time parlamentare dal ministro Galletti, sulla certificazione delle caldaie ad uso domestico dovrebbe arrivare a breve anche un decreto.

 

Sempre sulle emissioni degli impianti a biomasse, nella sua audizione sulla SEN della settimana scorsa, il ministro ha parlato di un altro decreto in arrivo, di aggiornamento dei valori limite di emissione degli impianti industriali a biomassa, inserito nell’ambito del recepimento della direttiva 2015/2193 sui medi impianti di combustione.

 

“Punto centrale dello schema di decreto - ha spiegato - sarà la previsione di appositi valori limite di emissione per gli impianti a biomassa, che nelle zone del territorio nazionale dove la qualità dell’aria è più critica, potranno anche essere più severi di quelli stabiliti dalla direttiva.” 

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